Copenaghen in bicicletta: come nasce una città bike-friendly

Copenaghen in bicicletta

COPENAGHEN IN BICICLETTA: COSA LA RENDE COSÌ BIKE-FRIENDLY?

Il record assoluto è ancora dei Paesi Bassi e di Amsterdam, ma Copenaghen viene subito dietro per numero di biciclette circolanti. Da diversi anni ormai, il traffico di bici nella città supera quello delle automobili, con vere e proprie ore di punta, ponti e strade dedicate e regole da seguire – pena multe salatissime.

Questo perché la Capitale della Danimarca è un caso praticamente unico al mondo. Nel XX secolo, molte città sono state progettate attorno all’automobile, con l’obiettivo di far circolare il maggior numero possibile di veicoli. Anche a Copenaghen è stato a lungo così. A differenza delle altre metropoli, però, le politiche danesi da sempre sfavorevoli alle automobili (tassate fino al 180% del loro valore) hanno fatto da base a uno sviluppo urbano più recente che ha riempito la città di piste ciclabili, rendendole il mezzo spesso più veloce, sicuro ed economico per spostarsi.
Copenaghen in bicicletta

Copenaghen in bicicletta:

LA RIVOLUZIONE CICLISTICA DI COPENAGHEN

Gli abitanti di Copenaghen non usano la bicicletta perché possiedono una particolare predisposizione al ciclismo, né perché sono più attenti all’ambiente rispetto ad altri. La verità è che lo fanno perché è sicuro, veloce ed efficiente muoversi in bicicletta nella capitale danese. Questa tendenza è il frutto di una visione politica che ha sempre sostenuto una città a misura d’uomo, sostenibile e a impatto climatico neutrale.

Negli anni ’70, i cittadini danesi si mobilitarono per far sì che le biciclette fossero considerate un mezzo di trasporto prioritario, in un’epoca in cui l’automobile aveva conquistato il predominio sulle strade cittadine. Le autorità ascoltarono le richieste della popolazione, e il ciclismo divenne parte integrante della pianificazione urbana. Da allora, l’uso delle biciclette è cresciuto costantemente, fino a diventare il mezzo di trasporto più importante della Regione della Capitale.

Questo perché non solo le bici sono usate per spostarsi da chi vive all’interno della città. Ma anche da chi lavora in città ma vive nei comuni limitrofi. Secondo lo studio European Mobility Atlas, nel 2021 il 28% di tutti i viaggi verso Copenaghen, da Copenaghen verso fuori o dentro la città erano svolti in bicicletta, numero al di poco inferiore al 30% dell’auto, al 21% a piedi e al 21% con i mezzi pubblici. Numero che saliva al 44% se si consideravano solo gli spostamenti per motivi di lavoro o studio, di gran lunga superiore ai mezzi pubblici (27%), le automobili (22%) e agli spostamenti a piedi (7%).

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INFRASTRUTTURE DI PREGIO

Uno degli elementi essenziali che ha reso Copenaghen una città ciclabile è sicuramente la presenza di piste ciclabili protette. In Danimarca, queste corsie sono separate sia dai marciapiedi che dalle strade attraverso cordoli, offrendo sicurezza ai ciclisti. Basti pensare che il progetto urbano prevede di realizzare 746 km di piste ciclabili a Copenaghen e dintorni, compresa un’autostrada ciclabile, entro il 2045, di cui già circa 300 realizzati al 2024, con un investimento di 295 milioni di euro.

Non solo: ci sono vere e proprie strade che possono percorre solo le biciclette: la più scenografica di tutte è la Cykelslangen, ciclabile sospesa che collega il ponte Dybbølsbro dalla Fisketorvet (“piazza del pesce”) al lungocanale Havneholmen fino a un altro ponte, Bryggebroen, che porta infine al moderno quartiere di Islands Brygge. Per fare lo stesso percorso, i pedoni devono scendere le scale e passare tra i canali.
Lo stesso Dybbølsbro, che collega Vesterbro alla nuova IKEA e al centro commerciale Fisketorvet, ha una carreggiata molto ristretta per le auto, ed enorme per le bici, dovuto alla quantità incredibile di biciclette che ogni giorno transitano da quella zona.

Oltre alle piste ciclabili, un altro fattore cruciale è il parcheggio per biciclette. A Copenaghen, i parcheggi per biciclette sono diffusi in tutta la città e variano in base alla durata del parcheggio. Sempre rimanendo in zona, Fisketorvet ha un parcheggio coperto solo per le bici, e tutti i moderni condomini hanno parcheggi interrati per questi mezzi.

INTERMODALITÀ

Un altro elemento chiave nella strategia di mobilità sostenibile di Copenaghen è la perfetta integrazione tra biciclette e trasporti pubblici. Le biciclette aiutano a coprire brevi distanze, mentre i mezzi pubblici estendono il raggio di azione del ciclista.

Per questo, su tutti gli S-Tog, le linee suburbane che collegano la Capitale ai suoi sobborghi, è possibile portare la bicicletta gratuitamente, mentre in metro si paga un piccolo sovrapprezzo sul biglietto (ma non è possibile portarla nelle ore di punta).

Inoltre, altri piccoli accorgimenti contribuiscono a rendere la città ancora più accogliente per i ciclisti. Dettagli come poggiapiedi agli incroci, cestini inclinati per gettare i rifiuti senza scendere dalla bicicletta, contatori di ciclisti e pompe d’aria pubbliche testimoniano l’impegno della città nel favorire il ciclismo urbano.
ATTENZIONE ALLE REGOLE!
Tutto questo fa sì che le biciclette godano di una posizione privilegiata nelle dinamiche del traffico cittadino, avendo la precedenza in molte situazioni. Ad esempio, quando un’auto si prepara a svoltare a destra a un semaforo, il conducente deve prima assicurarsi che tutti i ciclisti che proseguono dritto abbiano passato l’incrocio.

Anche nelle rotonde, le biciclette hanno regole specifiche. In molte di loro, una striscia blu indica la pista ciclabile che circonda la rotonda, e gli automobilisti devono prestare attenzione ai ciclisti quando escono dalla rotonda, per evitare di investirli. I ciclisti, dal canto loro, sono obbligati a segnalare con il braccio la propria intenzione di uscire dalla rotonda, pena una multa di 700 DKK (circa 100 €) se colti in fallo dalle autorità.

In tutti o quasi gli incroci ci sono semafori specifici per le bici, con tempi diversi sia da quelli delle auto che da quelli dei pedoni. Anche qui, attenzione a non rispettarli: se un vigile vi vede passare col rosso, vi toccherà una multa di 1.000 DKK (134 €).
In Danimarca, quindi, le regole per i ciclisti sono simili a quelle per gli automobilisti, e le multe non sono da meno. Le sanzioni per i ciclisti possono raggiungere i 700 DKK (100 €) per infrazioni come:

• Pedalare senza luci accese nelle ore in cui sono obbligatorie;
• Guasti ai freni, ai catarifrangenti o ad altre componenti della bicicletta;
• Utilizzare le piste ciclabili contromano, a meno che non ci siano lavori in corso;
• Non rispettare i segnali stradali o le indicazioni di svolta;
• Non segnalare la propria intenzione di cambiare direzione;
• Pedalare senza mani sul manubrio o su marciapiedi riservati ai pedoni;
• Farsi trainare da altri veicoli;
• Trasportare più di una persona su una bici non progettata per questo scopo.

In casi più gravi, come passare con il rosso, pedalare contromano, o utilizzare lo smartphone mentre si guida, la multa sale a 1.000 DKK (circa 134 €). Se un ciclista viene trovato in stato di ebbrezza e giudicato incapace di pedalare in sicurezza, la multa può arrivare fino a 1.500 DKK (circa 201 €). Va notato che, a differenza delle auto, non esiste un limite legale di alcol per i ciclisti; la multa viene emessa se l’agente ritiene che il ciclista non sia in grado di controllare il veicolo in modo sicuro.
Oltre alle regole ufficiali, ci sono alcune abitudini non scritte che i ciclisti devono seguire per muoversi con sicurezza in città. I danesi tendono a pedalare a una velocità piuttosto sostenuta, quindi è consigliabile, soprattutto per i meno esperti, tenersi sulla destra per evitare di intralciare i ciclisti più veloci. Durante le ore di punta, le strade e le piste ciclabili si riempiono di biciclette, e la velocità si riduce. In queste situazioni, è fondamentale segnalare tempestivamente le proprie intenzioni, soprattutto quando si deve svoltare a sinistra. Per farlo in sicurezza, è spesso necessario prima accostare sulla destra, aspettare il verde e poi attraversare.
Quanto è difficile il danese

Articolo in collaborazione con

Robin Mørensson,
founder @ NØGLEN